Erano le 15:30 del 15 Maggio 1910, teatro per l'occasione l'Arena Civica di Milano. Sugli spalti erano presenti quattromila spettatori. La Nazionale italiana allenata da Umberto Meazza giocava la sua prima partita, Quel giorno, i nostri calciatori indossavano una maglia bianca (la indossarono anche nella seconda partita, prima di passare all'azzurro) e la scelta fu dettata soltanto da motivi economici: costava infatti sette centesimi in meno di quella colorata. Tra i giocatori convocati, mancavano per squalifica nel campionato italiano, i migliori elementi della Pro Vercelli, squadra che aveva già vinto quattro scudetti nazionali. Il capitano era Francesco Calì, terzino dell'Andrea Doria, non soltanto perchè era il più anziano della squadra, 28 anni, ma anche perchè conosceva le lingue. Le aveva imparate in Svizzera, dove la sua famiglia era emigrata quando il piccolo Francesco aveva appena due anni. I Calì commerciavano in vino e un assalto dei pirati aveva depredato le loro navi che trasportavano le botti. Di qui la decisione di emigrare. Calì cominciò a giocare a calcio in Svizzera, assieme al fratello Salvatore, da centravanti. Lo chiamavano Franz e nacque da lì l'equivoco del Calì svizzero. La famiglia Calì tornò in Italia nel 1900. Franz Calì, assieme al fratello, fu ingaggiato dal Genoa dove giocò per un anno, perdendo la finale scudetto col Milan, quindi passò all'Andrea Doria, l'altra società di Genova che esordì nel 1902 nel campionato italiano. Calì fu il trascinatore dei doriani, meritò la convocazione in Nazionale e la sua prova contro la Francia convinse anche i più scettici. Giocò soltanto le prime due partite con l'Italia, entrambe in maglia bianca. Poi dal 1912 al 1921 fece parte per 13 partite della commissione tecnica della Nazionale. Gli spettatori entusiasti assistettero alla vittoria dell'Italia sulla Francia. Il protagonista dell'incontro fu il centravanti del Milan, Pietro Lana, che realizzò tre dei sei gol italiani. Aveva iniziato a giocare in rossonero, poi nel 1908 fu tra i dissidenti che fondano l'Inter, quindi tornò al Milan. Fu suo il primo gol della storia della Nazionale dopo tredici minuti. Quindi il raddoppio dell'interista Fossati, che morirà nel 1916 durante la Prima guerra mondiale. Nel secondo tempo la Francia accorciò le distanze con Sellier al 4', quindi ancora gol di Lana al 14', secondo gol francese con Ducret al 17'. Ma l' Italia era scatenata e dopo due minuti Rizzi ristabilì le distanze, poi Debernardi e Lana ad un minuto dalla fine completano il trionfo. La vittoria sulla Francia con un sonante 6-2, entusiasmò gli spettatori dell'Arena. Scrisse il "Corriere della Sera": "La gran folla non vuol partire, si ferma mezzora in attesa dei foot-ballers". La "Gazzetta dello Sport" aveva presentato la sfida con la Francia nell'edizione del 13 maggio con una spalla in prima pagina, mentre l'apertura era dedicata alla seconda edizione del Giro d'Italia che sarebbe partito il 18. Il resoconto della partita, il 16 maggio, è a pagina 5 con un commento in corsivo, poi a seguire la cronaca dell'incontro, quindi il match minuto per minuto, dove però non era indicato il minuto di gioco ma l'orario. Il tabellino non viene pubblicato. Il Corriere della Sera scrive di Italia-Francia a pagina 4 sotto la cronaca delle corse al trotto. Gli articoli sono pieni di termini inglesi: shot (tiro), hands (fallo di mano), backs (difensori), melee (mischia), forwards (attaccanti). L'assalto al goal di De Simoni sono i tiri verso la porta dell'Italia, le parate di Calì e Varisco sono interventi dei difensori italiani. Si racconta che i protagonisti italiani di questa prima storica vittoria ebbero un premio partita: i pacchetti di sigarette lanciati sul terreno di gioco dai quattromila spettatori.
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