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Beccalossi Evaristo: Scusate se insisto!

Scusi, Evaristo Beccalossi, ma se non è vero che l'ha detto è comunque verosimile, dopo aver segnato due reti in un derby. «Su questo non ci sono dubbi. Le due sole reti che ho mai fatto al Milan le ho fatte tutte assieme, regalando la vittoria all'Inter che poi avrebbe vinto lo scudetto e consacrandomi presso i tifosi, io che ero un ragazzino appena arrivato da Brescia. Cosa avrei potuto volere di più?». Dimentica di dire che le ha segnate di destro. Che non è male per uno dei sinistri più vellutati e dolci degli anni '80... «E lei non dimentichi che io nasco destro di piede. Poi ho perfezionato il sinistro con gli allenamenti». Inutile chiederle se si ricorda ancora tutto di quel derby. «Inutile sì, perché mi ricordo tutto, ovviamente. Anzitutto, una storia sul mio nome di battesimo legata a quel derby c'è, ed è che si giocò due giorni dopo il mio onomastico. Forse ero predestinato». Una rete al 14' e una all' 84': ce le racconta? «Tutte e due difficilissime. No, scherzo. Allora, la prima su corner da sinistra: Altobelli per Pasinato, cross e in mezzo all'area il mio tocco di piatto, facile in sé, però ero in mischia e ho messo la palla bene sul secondo palo. Diciamo che sono stato bravo a pensare che la palla potesse andare dove è andata e a farmi trovare lì libero. E lì lo stadio ha iniziato a ribollire. Che bello, non dimenticherò mai quella sensazione e quel momento». E l'esplosione definitiva di San Siro a pochi minuti dalla fine.«Muraro è schizzato in contro-piede, io sono stato bravo a stargli dietro anche se non so come ho fatto vista la differenza di velocità tra di noi. Poi me l' ha passata a due metri dalla linea di porta, metterla fuori era davvero difficile». Tutto ciò su un terreno infame, che teoricamente avrebbe dovuto crearle dei problemi. «Teoricamente, appunto. Perché invece nel fango ho fatto le mie partite più belle. Col sole mi prendeva il coccolone».Oltre a quello, che altri derby ricorda?«Tutti, anche perché ne ho persi solo un paio. Ma l'1-0 di Oriali, un paio di anni dopo, mise fine a un nostro brutto momento. Grande amico, Lele, uno di quelli che sentiva più la tensione pre-derby: nei giorni che precedevano la sfida col Milan c'era la nebbia nella stanza che dividevamo, tante erano le sigarette che fumavamo dal nervosismo. Da gente come lui, Baresi, Canuti, Bini, quelli cresciuti nella Primavera, ho capito che non era una partita normale». Non lo era neanche per i tifosi. «Certo. Infatti quelle due reti mi hanno fatto adottare dalla Nord. Ovunque andavo, dal tabaccaio, dal fornaio, dal salumiere, ero sempre salutato con simpatia e grandi feste. E in seguito gli incitamenti per il derby iniziavano ben prima della domenica. Pure i milanisti nel complesso mi apprezzavano, stimavano il talento».Sono Evaristo, scusa se insisto. «Vecchia storia, carina, mi ci diverto anche io a ripetere quella frase, ogni tanto. Solo che non l'ho mai detta ad Albertosi a fine partita, quel famoso 28 ottobre 1979, come vuole la leggenda. È stato qualche mio compagno di squadra, poi però me l'hanno attribuita e a questo punto me la tengo». Quel 28/10/1979 fu il “Beccalossi Day”. Un pessimo pomeriggio di mezzo autunno, preludio ad un epilogo che sarebbe stato più che traumatico. Il Milan quel giorno viene azzerato da Beccalossi, ma a fine stagione sarà cancellato dalla serie A dalla giustizia sportiva. Fulvio Collovati, rossonero per sei anni, puntualizza: «Quel campionato lo vinse l'Inter di Bersellini, ma l'anno prima lo scudetto era andato a noi». Cosa combinò quel giorno Beccalossi? «Era in una di quelle giornate di grande ispirazione, in cui era difficile limitarlo. Un giocatore dalle qualità tecniche non comuni, di quelli che si vedono sempre meno spesso nel calcio di oggi». La stampa sportiva lo voleva a tutti i costi in Nazionale prima dei Mondiali del '78. Si ricorda? «Ricordo benissimo che andai a giocare un'amichevole con la Nazionale a Como, dove in tribuna c'erano un sacco di interisti. Non si contavano gli striscioni a suo favore, ma Bearzot tenne duro e portò in Argentina Antognoni. Decisione giusta? «I fatti gli hanno dato ragione. Forse a Beccalossi mancava solo un pizzico di continuità. Ma se giocasse oggi, non avrebbe difficoltà a trovare posto in azzurro». Torniamo a quel derby. Chi marcava Beccalossi? «Io no di sicuro, ero su Altobelli. Forse De Vecchi, forse Bet. Ma il primo gol non fu certo colpa del nostro marcatore. Fu una dormita collettiva... non si può permettere a uno come Beccalossi di battere tranquillamente a rete da dentro l'area su un calcio d'angolo, con il pallone che attraversa tutto lo specchio della porta, passando sul primo palo. E poi farlo segnare di piatto, dico di piatto, è il colmo». E il raddoppio? <<L'ho rimosso dalla memoria!>>

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